LA NUOVA TASSA DI SOGGIORNO A POZZALLO

Le argomentazioni prodotte dall’Amministrazione comunale sulla istituzione della nuova tassa di soggiorno non convincono il presidente della sezione Ascom di Pozzallo, Gianluca Manenti. Il quale, dal canto suo, mette in evidenza altre riflessioni che possono contribuire a rendere più articolato il dibattito e a spiegare le ragioni per cui, limitatamente alla realtà pozzallese, l’associazione dei commercianti si dichiara contraria all’istituzione della tassa di soggiorno. “L’analisi che facciamo – dice Manenti – non può non tenere in considerazione questioni sia di carattere pratico quanto di ordine tecnico. Intanto, considerato il costo medio di un pernottamento di circa 30 euro 30 pro capite, l’imposta di soggiorno avrà sulle tariffe delle strutture ricettive cittadine lo stesso effetto pratico di un aumento di circa 2 punti dell’Iva (dal 10% al 12%). Un differenziale notevole che penalizzerà gli albergatori locali nella fase terminale della crisi, quando servirebbero piuttosto incentivi per la ripresa. Inoltre, mentre discutiamo dell’introduzione di un’imposta sul turismo in entrata, nessuno si è mai sognato di gravare le nostre esportazioni con una tassa, al contrario i dazi vengono applicati alle importazioni per proteggere e sostenere, ove possibile, l’economia interna. Né cambierebbero i termini del discorso se ci preoccupassimo di chiarire che i proventi dell’ipotetica tassa sull’export sarebbero vincolati ad interventi per migliorare la competitività delle imprese. Infine, non comprendiamo le ragioni per cui l’Amministrazione comunale profonde tanto zelo per introdurre una nuova imposta, incaricando l’assessore Scarso dell’ingrato compito, quando poi non è ben chiara la destinazione ultima dei proventi ed invitando anche le associazioni di categoria ad una sorta di concorso di idee per selezionare le iniziative più utili a sostenere il turismo e la cultura. Qualcosa non quadra, perché chi rischia la faccia per una scelta impopolare in genere sa già dove vuole andare a parare. Altrimenti riteniamo che non vada a fare il paladino per soddisfare i desideri altrui”.

 

 

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