IL MIRTILLO

 Giorni fa sono andata a fare una escursione fotografica in montagna nei dintorni del Passo Rolle e più precisamente ai laghetti del Colbricon. Sui duemila metri d’altitudine, in una splendida giornata settembrina, anche se c’era una bava d’aria fredda che tagliava. Ma era tutto verde e i colori splendidi e ho anche trovato dei mirtilli ed ho approfittato per raccogliere un po’ di foglie. I frutti erano pochissimi, ormai è passato il tempo della raccolta e mi è venuto in mente di scrivere qualcosa delle proprietà di questa pianta preziosa.

Il mirtillo nero è una pianta arbustiva della famiglia delle ericacee, comune  nelle macchie fresche  sia di latifoglie che di aghifoglie della fascia submontana e montana delle Alpi e dell’Italia centrale.

Viene usata in erboristeria, perché è una pianta dalle molteplici qualità curative.

Si usano le foglie e i frutti. Il periodo di raccolta è: in estate le foglie e i frutti a maturazione. Le foglie vanno essiccate al sole e si conservano in sacchetti al riparo dalla polvere, i frutti si consumano freschi, in marmellate  o gelatine oppure, dopo averli essiccati al sole, conservati in scatole chiuse o, meglio ancora, in vasi di vetro.

Le proprietà terapeutiche sono, riguardo alle foglie: diuretiche, disinfettanti  di tutto l’apparato urinario (ottime per la cistite), astringenti, antidiabetiche. I frutti: antisettici, antidiarroici, efficaci nelle stomatiti aftose, nelle ulcere membranose, antiemorragici, e nelle emorroidi. La visione notturna viene acuita.

Si possono fare infusi, decotti  tinture (foglie e tintura di frutti), vino.

Ed ora un breve racconto.

C’era una volta una giovane ragazza, si chiamava Mirta, e abitava in una casupola davanti  al Cimon della Pala, sulle Dolomiti. Viveva da sola da quando i genitori erano scomparsi, in circostanze misteriose. Lei si manteneva raccogliendo erbe medicinali che in montagna crescevano rigogliose. Le conosceva bene e sapeva  come e quando raccoglierle. Preparava anche infusi e tinture che vendeva a chi  ne aveva bisogno.

Un giorno di tarda estate, si presenta sull’uscio una vecchia,  Sorrise alla ragazza e le chiese un sacchetto di erbe particolarmente rare anche da quelle parti. Mirta gliele porse, ma la vecchia le disse che non poteva pagarla, non aveva soldi. La ragazza la studiò un attimo e sorridendo le disse: “Prendete, ve le regalo.” La donna prese il sacchetto e ringraziò la ragazza.

Salutò e quando aveva ormai varcato la soglia, si girò e disse: “Voglio contraccambiare il tuo dono. Sappi che i tuoi genitori, non sono morti, ma vittime di un sortilegio. Tu, se vuoi puoi rompere questo incantesimo, ma se fallirai saranno perduti per sempre.” Mirta la guardò sbalordita, e le chiese come poteva fare, dato che non conosceva nulla  di magia. La vecchia allora le disse con aria misteriosa: “Presta molta attenzione ai segni.” E si allontanò rapidamente .

Mirta era agitata e nello stesso tempo, sperava  che la vecchia le avesse detto la verità. Le mancavano tanto i suoi genitori. Ma non sapeva come fare. Pensò e ripensò, ma senza trovare una soluzione e alla fine si addormentò. Il giorno dopo decise di andare nella foresta. L’aurora inondava di luce le montagne colorandole di rosso acceso, ma gli alberi erano fitti e si vedeva a malapena. Sentiva strani rumori e era spaventata. Camminò parecchio tempo. Era  affamata e si guardò intorno cercando  delle bacche per dissetarsi e magari calmare i morsi della fame. Ad un certo punto vide una radura e ai bordi i suoi genitori, pallidi, magri, sofferenti che tendono verso di lei le mani, come in cerca di aiuto.  ll’improvviso due folletti correndo velocissimi le si presentano davanti. Sono identici con due enormi occhi, così lucidi e neri che ci si può specchiare. “Vuoi   i tuoi genitori,  vero?” dice uno dei due con voce stridula.

“Va in quella direzione e vicino alla sorgente dell’Oblio troverai dei bassi cespugli pieni di bacche blu. Raccoglile e falle mangiare ai tuoi genitori. Ma affrettati, perché il tempo sta per scadere e tra poco non sarà più possibile farli tornare da te sani e salvi. Inoltre, se non ci riuscirai, i Tre Dormienti che riposano in questa foresta si sveglieranno e allora distruggeranno tutta la valle. “No!” disse l’altro con lo stesso tono di voce, smentendo il compagno gemello: “Se darai loro i frutti, i Dormienti saranno liberati e allora scenderà una notte cupa e senza fine.”

Mirta era confusa e spaventata. Di chi fidarsi? Guardò le due creature negli occhi per vedere segni di sincerità, ma le grandi pupille rispecchiano fredde il suo viso preoccupato. Non sapeva cosa fare. Vide i genitori che sempre più debolmente cercano di chiedere aiuto. Poi pensò alla vecchia e ricordò cosa le aveva raccomandato. I segni… E si mise a correre verso la fonte dell’oblio e lì trovò le piante con le bacche blu. Ne raccolse una manciata e tornò veloce alla radura.

Si avvicinò ai suoi genitori e mise  loro in bocca i piccoli frutti in bocca.

“Hai scelto bene” disse la creatura veritiera ed entrambi i folletti scomparvero come erano apparsi.

Mirta guarda sua madre che riprendeva colore e anche suo padre cominciava a riaversi, finché in breve, tornarono forti e in salute. Erano spaesati e dissero di non capire perché si trovassero nella foresta. A loro era sembrato di avere dormito tanto, e con incubi spaventosi. Mirta li rassicurò e raccontò loro quanto eraè successo e abbracciandoli con infinita gioia, tornarono a casa. Da allora i mirtilli sono considerati frutti magici.

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