MORIRE A TRE ANNI DI IGNORANZA: ANCORA UNA BAMBINA UCCISA DAL CANE DI FAMIGLIA

Le aggressioni di bambini, e anziani, da parte di cani privi di un adeguato controllo da parte dei proprietari sono sempre più frequenti. Ma veniamo a conoscenza solo dei casi ad esito letale, come quello del 24 settembre scorso verificatosi a Furiano Romano, dove una bambina di tre anni è rimasta vittima del pastore tedesco di famiglia. In realtà i casi di aggressioni da parte di cani che vivono in famiglia verso loro componenti, dal semplice “morsetto dato per gioco” a quello serio che necessita di punti di sutura,  sono molto più diffusi; ma, o non sono presi in considerazione o non sono dichiarati al servizio veterinario pubblico per gli adempimenti previsti dalla normativa sui cani morsicatori.
Le cause di questo fenomeno hanno origine nella gestione inadatta che impedisce la corretta integrazione del cane nella famiglia; infatti i proprietari di cani non hanno consapevolezza dell’importanza vitale dell’aspetto comportamentale nell’educazione e nella socializzazione del cane, al fine di garantire la sicurezza dei familiari ed il benessere del cane stesso.
La morte della bambina è una testimonianza drammatica della scarsa cultura cinofila dei proprietaria ma anche dell’inadeguatezza delle norme, che per quanto insufficienti sono applicate in modo parziale. Le notizie sul tragico episodio riportano infatti che il cane era tenuto nel rispetto delle disposizioni vigenti e che era registrato all’anagrafe canina, come se fossero condizioni sufficienti a garantire una modalità corretta di detenzione di un cane.
Evidentemente tali condizioni non sono sufficienti anzi sono esse stesse causa di questi “incidenti” perché non permettono ai proprietari di comprendere l’urgenza di costruire una corretta relazione integrativa col proprio cane.
Ma chi deve informare il proprietario?
La legge istituisce dei percorsi formativi per i proprietari di cani e raccomanda una valutazione comportamentale per i cani morsicatori. Ma questi, come abbiamo detto, non sono segnalati al servizio veterinario e restano quindi come mine vaganti che girano per casa. Mentre le amministrazioni comunali, che hanno il compito di istituire tali percorsi, sono del tutto indifferenti a tale obbligo.

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