LETTERA ALLA SEN. PADUA

Mi spiace dover dissentire pubblicamente dalle posizioni assunte da un parlamentare appartenente al partito politico a cui da sempre milito, ma a ciò sono costretto dalla ennesima iniziativa della Senatrice Venerina Padua, assunta senza ascoltare gli iscritti e i dirigenti del PD e gli operatori di giustizia di tutto il territorio della Provincia di Ragusa.

Mi riferisco al comunicato stampa diffuso circa l’interrogazione della Senatrice al Governo in ordine al mancato utilizzo dei locali dell’ormai soppresso Tribunale di Modica da parte del Tribunale di Ragusa, interrogazione nel corso della quale vengono affermate alcune circostanze e sollevate domande che meritano precisa replica.

In primo luogo da Avvocato del Foro di Ragusa, nonchè da iscritto, segretario di uno dei Circoli della Città e dirigente provinciale del PD, non posso accettare che la Senatrice insista nel definire la struttura del Tribunale di Ragusa fatiscente e sostanzialmente inagibile, al solo scopo di rappresentare come più ragionevole all’occhio della ignara opinione pubblica l’utilizzo del Tribunale di Modica anche per gli affari giudiziari di tutto il nuovo circondario.

La Senatrice sappia che dal 21 di luglio di quest’anno la situazione di emergenza, conseguente al necessario accentramento delle funzioni giudiziarie previsto dalla legge, è stata superata dal trasferimento delle sezioni esecuzioni mobiliari ed immobiliari e del Lavoro del Tribunale di Ragusa presso la sede di Palazzo Ina nella centralissima Piazza San Giovanni, a 50 metri dalla sede principale di via Natalelli, e a pochi passi da ben due posteggi aperti al pubblico, con centinaia di posti auto a disposizione.

L’immobile di via Natalelli non è affatto fatiscente ed è certamente funzionale ed agibile per l’attività giudiziaria, più di quanto non lo siano strutture giudiziarie ben più antiche quali la Corte di Appello di Catania e la Suprema Corte di Cassazione a Roma (per non parlare della antica sede del Tribunale di Modica sita in C.so Umberto rispetto alla quale nessuno negli anni ha mai sollevato dubbi di agibilità).

Se, dunque, la Senatrice è giustamente preoccupata dello stato dell’edilizia giudiziaria in Italia, si attivi affinchè trovino soluzioni ai problemi esistenti in tutto il terriorio nazionale e non solo nella città di Ragusa, ad esempio lanciando un piano analogo a quello presentato dal governo Renzi per l’edilizia scolastica.

In secondo luogo la Senatrice sappia (e lo avrebbbe facilmente saputo se solo avesse sentito gli operatori di Giustizia di tutto il circondario e gli iscritti al PD di tutto il collegio in cui è stata eletta) che le risposte alla sua interrogazione sono già contenute nella sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia del 28 agosto 2014 n.2179, con la quale i Giudici Amministrativi hanno respinto il ricorso promosso dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Modica che impugnava la decisione del Ministero della Giustizia di utilizzare i locali dell’ex Tribunale di Modica solo per gli affari civili pendenti fino al 13 settembre 2013.

Nell’ordine il Tar Catania, proprio sul tema dell’utilizzo dei locali invocato dalla interrogazione parlamentare a firma della Senatrice Padua, ha chiarito:

            a) che non può essere messa in discussione la finalità riduttiva degli Uffici Giudiziari perseguita dal Legislatore e dichiarata costituzionalmente legittima dalla Corte Costituzionale;

            b) che si rivela congruo il solo utilizzo dei locali dell’ex Tribunale di Modica esclusivamente per gli affari civili pendenti al 13.09.2013 presso il circondario soppresso, essendo adeguate le soluzioni prospettate dal Comune di Ragusa per far fronte alle aumentate esigenze di edilizia giudiziaria in quest’ultima città;

            c) che non sarebbe assolutamente legittimo un utilizzo del Palazzo di Giustizia di Modica per la trattazione di tutto il contenzioso civile del Tribunale di Ragusa (soluzione anche questa a suo tempo adombrata dalla senatrice Padua), in quanto “dissonante dall’intento legislativo di riduzione delle sedi giudiziarie“;

            e) che non risultano affatto profili di “drammaticità” delle carenze strutturali degli Uffici Giudiziari di Ragusa lamentate in ricorso dal Consiglio dell’Ordine di Modica;

            f) che adeguatamente motivata si rivela la decisione del Presidente del Tribunale di Ragusa di non ampliare l’uso dei locali del Tribunale di Modica, anche dopo l’ordinanza cautelare del CGA dell’aprile scorso, ed alla luce delle soluzioni alternative prospettate dal Consigliio dell’Ordine di Modica;

            g) che non è possibile, se non per un periodo di tempo limitato, costituire una sezione staccata del Tribunale di Ragusa a Modica, in quanto ciò confliggerebbe con la legge di riforma del 2011.

Come si vede, dunque, il tema affrontato dalla Senatrice è stato adeguatamente risolto da tempo con decisioni del Ministero della Giustizia ritenute legittime dai Giudici Amministrativi, corrispondenti alle esigenze di un territorio di avere un unica, media struttura giudiziaria, in luogo di due piccole realtà, in grado di affrontare con efficenza un bacino di utenza di circa trecentomila abitanti.

Ed arriviamo al punto centrale della questione sollevata dalla Senatrice Padua:

ciò che interessa ai cittadini non è il tono campanilistico con cui si è finora affrontato il tema giustizia in Provincia di Ragusa, ma piuttosto avere un servizio giudiziario efficiente e facilmente raggiungibile da tutti i cittadini al tempo del processo telematico. Ciò è possibile solo con la formazione delle sezioni specializzate nelle varie materie del Diritto e la creazione di un unico rispettabile e competente Foro.

Questo risultato è regionevomente conseguibile solo con il completamento dell’organico dei magistrati e del personale di Cancelleria del nuovo Tribunale che ad oggi non risulta affatto integrato.

Da qui uno spunto per l’attività ispettiva della Senatrice Padua: perchè non presenta una interrogazione al Ministro della Giustizia diretta a chiarire le ragioni per cui ai Tribunale di Catania e Siracusa è stato consentito il completamento della pianta organica, e a Ragusa il CSM non ha riservato lo stesso trattamento?

Perchè non fare quanto in proprio potere, quale parlamentare eletto in Provincia di Ragusa, per rimuovere gli ostacoli (completamento organico, aumento del personale di cancelleria, realizzazione di infrastrutture di rapido collegamento tra tutte le città della Provincia con il capoluogo) che oggi impediscono la realizzazione di quel Tribunale di medie dimensioni disegnato dal legislatore come in astratto in grado di garantire efficienza e rapidità nelle decisioni giudiziarie?

Al riguardo sappia la Senatrice che esistono da luglio deliberati delle Assemblee degli Avvocati in tal senso, rimaste inascoltate dal Ministero e dal CSM.

 Ecco l’occasione per un parlamentare per stare vicino al proprio territorio e alle sue reali esigenze.

 

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