RANDELLO, IL REBUS DELLA CONCESSIONE EDILIZIA,

 La normativa vigente sottopone indistintamente ad atto autorizzativo del Sindaco tutte “le opere da costruirsi da privati su aree demaniali”. Ben sappiamo che la normativa urbanistica e di edilizia paesaggistica è normalmente finalizzata al rilascio della concessione edilizia, ma poichè lo scopo di chi ottiene una concessione demaniale è sempre quello di realizzare “un qualcosa” sull’area assegnatagli, è prassi consolidata degli uffici competenti in materia quella di acquisire in via preventiva anche il parere edilizio urbanistico e paesaggistico del Comune (Ufficio Tecnico) prima di valutare ed eventualmente concedere una qualsiasi concessione su demanio marittimo.

Sarebbe irrituale, (anche se non illegale), infatti se, in un momento successivo, il Sindaco negasse la Concessione edilizia, poiché a quel punto l’ufficio del Demanio si troverebbe quasi costretto ad attivare una “DECADENZA” della concessione PER L’IMPOSSIBILITA’ A REALIZZARE LO SCOPO per cui la stessa era stata richiesta!

Il problema è che proprio questa situazione è quella che si è venuta a creare a Ragusa, dove, in un primo momento (il 20 maggio 2014), il Comune ha dato parere favorevole alla richiesta di concessione demaniale (avente per oggetto la realizzazione di uno stabilimento balneare) per poi arrivare, in un secondo momento, a negare la concessione edilizia per la costruzione dello stesso.

Un’ambiguità politica grossa quanto una casa, che pesa come un macigno sul destino dell’oggetto del contendere.

Il problema è complesso e va analizzato in tutte le sue forme: qual’era la volontà politica di questa amministrazione il 20 maggio 2014 quando ha dato PARERE FAVOREVOLE alla richiesta di concessione demaniale marittima relativa alla realizzazione di uno stabilimento balnerare a Randello?

Ci è stato ripetuto che era un parere tecnico, un atto dovuto, ma questo non è vero, non è così, in quanto senza aver raccolto questo parere favorevole (che peraltro il Comune non aveva nessun obbligo di fornire) probabilmente la richiesta di realizzare uno stabilimento balneare su demanio marittimo si sarebbe potuta arenare sin da subito. Questo perchè, presumibilmente, l’assessorato regionale Territorio e Ambiente non si sarebbe esposto al rischio di concedere la concessione demaniale al richiedente (creando delle giuste aspettative economiche) per poi trovarsi costretto a farla decadere qualora il Sindaco non avesse, in un secondo momento, autorizzato la concessione edilizia (per realizzare l’oggetto stesso della concessione demaniale).

Non sapeva questa amministrazione che dando parere favorevole il 20 maggio stava dando di fatto il via libera al richiedente per ottenere a  Palermo la concessione su demanio marittimo???? Perchè poi, dopo aver espresso formalmente parere favorevole, si decide per il diniego della concessione edilizia? Dov’è il documento ufficiale in cui si comunica al richiedente questo diniego? Ne abbiamo appreso l’esistenza solo a mezzo stampa, chiediamo che sia reso pubblico al più presto. Anche per capire qual’è la ratio politica, il filo logico, che ha portato a questo cambio di rotta.

Non era più facile a questo punto non esprimere un parere favorevole il 20 maggio e comunicare contestualmente al richiedente (in modo chiaro, limpido e trasparente) che non sarebbe MAI stata data la concessione edilizia per realizzare uno stabilimento balneare oggetto della richiesta in itinere?

Fatta la frittata, il punto adesso è come uscirne fuori; senza la concessione edilizia lo stabilimento balneare (oggetto della concessione demaniale ottenuta il 16 giugno 2014) non si può realizzare, c’è poco da fare. L’Ufficio del Demanio, di conseguenza, non avrebbe alternative se non quella di attivare una procedura di decadenza della concessione per l’impossibilità a realizzare lo scopo per cui la stessa era stata richiesta!!!

Se l’obiettivo reale di questa amministrazione è la difesa di Randello come bene comune, (difesa intesa come salvaguardia e valorizzazione della sua integrità di spiaggia libera, selvaggia ed incontaminata), perchè allora non ci si muove d’urgenza presso gli organi competenti per far decadere la concessione demaniale? Decaduta questa, presumibilmente, la spiaggia di Randello potrebbe tornare finalmente selvaggia ed incontaminata com’era prima. Qualcuno potrà fare riferimento o appellarsi al fatto che in data 25 giugno 2014  l’Assessorato regionale ha concesso al richiedente l’autorizzazione all’installazione temporanea su demanio marittimo di ombrelloni, sdraio, lettini, sedie e tavoli, all’interno dell’area in concessione, ma basta andare nel dettaglio per rendersi conto che per le installazioni temporanee c’è un termine ben preciso. Se a far fede, come sembra, a meno che nel frattempo non sia cambiato qualcosa, è il D.D.G. NR 476 del 01 06 2007 dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, a pagina 3 del documento, si fa infatti esplicito riferimento al fatto che possono essere autorizzate dall’Autorità Marittima le temporanee occupazioni del demanio per attività o iniziative turistiche o ricreative purchè le stesse comportino un’occupazione con strutture di facile rimozione e di durata non superiore a venti giorni. Sembra dunque essere questo il termine massimo da riferirsi a queste installazioni temporanee, 20 giorni.  La volontà di questa amministrazione è quella di liberare Randello anche da sdraio, lettini ed ombrelloni? Da un punto di vista politico, negando la concessione edilizia, (anche se attendiamo ancora di vedere il documento ufficiale e la sua articolazione), sembra si vada in questa direzione, ma qualcosa, ancora una volta, non torna. Il piglio non sembra quello giusto. A chi spetta, allo stato dell’arte, tanto per fare un esempio, chiedere a gran voce a chi di competenza (capitaneria di porto) di intervenire per accertare e rimuovere d’urgenza eventuali anomalie??? Tocca al primo cittadino o a comitati spontanei, movimenti e associazioni? Se la volontà politica è davvero quella di tutelare Randello come bene comune allora cosa si aspetta? La politica delle ambiguità non è degna della storia di questa città, soprattutto in un momento come questo e per un tema come questo, che ha per oggetto la difesa del territorio e del bene comune. Il Sindaco di Ragusa dica una volta per tutte in modo chiaro e definitivo cosa vuole fare a Randello e si muova di conseguenza, senza ipocriti tentennamenti, tenendo conto  della volontà popolare. Ci vuole rispetto per le centinaia di persone coinvolte da mesi in questa battaglia, che non sono state sovente ascoltate e non hanno ricevuto nel merito della questione risposte esaustive e concludenti. Se vuole liberare Randello, (e se è vero che ha comunicato al richiedente il diniego alla concessione edilizia), chieda l’immediato intervento della Capitaneria di Porto e la decadenza della concessione demaniale prima della fine della stagione estiva fissata per il 30 settembre.

 

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