LA SICILIA AL TERZO POSTO TRA LE ISOLE PIU’ BELLE DEL MONDO

La Sicilia si aggiudica il terzo posto tra le isole più belle del mondo nella top ten di una nota casa editrice, la Condé Nast, che si occupa di pubblicare riviste in tutto il mondo.

La classifica è stata stilata sulla base di un questionario in cui i lettori hanno valutato le isole sulla base dei seguenti criteri: scenario, spiagge, convenienza, cibo, posti in cui soggiornare e popolazione locale.

La nostra terra risulta essere tra le prime mete più ambite dei viaggiatori di tutto il mondo.

La medaglia d’oro va alle Maldive con 26 atolli nell’Oceano indiano, con i suoi luoghi naturali ed incantevoli, incontaminati dall’urbanizzazione, seguono le Isole greche, la Sicilia, Saint Barts, isola delle Antille, le Baleari, le Seychelles, Capri, Barbados, Mauritius. Chiude la classifica l’isola di Malta.

Ci chiediamo se con queste bellezze, con un alto interesse di turisti e di lettori sullo scenario,spiagge,convenienza,cibo,posti e popolazione locale, non dovremmo vivere di turismo,non solo di quello evidente e consueto,ma anche di quello meno conosciuto.

Purtoppo,però,assistiamo ogni giorno ad un impoverimento dell’isola e a una scarsa valorizzazione di questa. Ma come incrementare l’incoming turistico, attrarre turisti , visti i Paesi con cui siamo collegati da Comiso, Trapani,Palermo e Catania con gli aerei, i porti turistici,che ci collegano al Mediterraneo, alle isole, a Malta,come a Tunisi, ai nostri dirimpettai,che sono meta preferita di molti che privilegiano le barche e gli yacht per raggiungere l’isola?

Le reti sono forse l’unico modo per incrementare lo sviluppo,ma queste si collegano inesorabilmente a bandi regionali od europei di difficile raggiungimento,in quanto si avvalgono di un sistema burocratico. Ecco ,allora,il problema,la burocrazia,che rallenta gli interventi o la progettualità, che favorirebbe il turismo e l’incoming turistico. Sembrano parole al vento,ma se alcuni di questi problemi fossero affrontati seriamente,probabilmente, ci sarebbero anche interventi economici di società ed associazioni sul territorio.

Da tempo,forse da sempre, manca una politica turistica della Regione,ad esempio,che del turismo culturale potrebbe fare la ricchezza dell’isola,ma succede che c’è una mancanza di coordinamento tra Assessorati al Turismo con quello culturale ed economico. La linea è sempre quella di creare dei comparti separati e non di vasi comunicanti,per cui assistiamo a favorire alcune associazioni e società,al di là del progetto turistico sul territorio siciliano con bandi paralleli,che disperdono i fondi. Se si privileggiassero le reti,se si privilegiasse l’immagine che diamo all’estero della Sicilia,o in Italia,senz’altro si favorirebbe l’incoming turistico. Le reti europee,insulari favoriscono,in quanto la conoscenza della storia del territorio,i nostri monumenti e beni culturali affascinano, e,invece,si assiste all’arrivo di turisti, che magari privilegiano il mare e non conoscono il contesto culturale del territorio visitato. Di chi è la colpa? Dei tour operator o della scarsa informazione data a questi, o dall’assenza nelle Amministrazioni comunali e della Regione di una politica culturale e turistica?

Non entriamo nella polemica sulla spiaggia di Randello tra Sindaco e l’ on.Dipasquale,ma ci si chiede se questo continuo dare spazio a chi vorrebbe ridurre il territorio al lumicino d’olio per salvaguardarlo debba indurre a far scappare i turisti dal territorio ibleo.

Una politica turistica esistente ,se ci fosse,dovrebbe guardare al territorio,alla ricchezza del territorio, al turista e non certamente a delle politiche ottuse ,che impoveriscono,invece di arricchire.


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