RANDELLO, LA FORESTALE FACCIA CHIAREZZA

La Forestale ha il dovere di fare chiarezza. Da quanto emerge da tutta una serie di testimonianze video-fotografiche che girano in rete, non ultimo il dossier pubblicato dal Comitato Randello Libera, viene garantito, nei fatti, ad una nota multinazionale del turismo operante in zona, il libero accesso quotidiano di autobus per il trasporto dei turisti all’interno dell’area tutelata che si apre a ridosso della Santa Croce-Scoglitti. Nei viali interni c’è un via vai di auto private e motorette elettriche, dietro le dune un camion frigo staziona con il suo gruppo elettrogeno ben attivo nella quiete del bosco senza rispetto di nessuna delle più elementari norme anti incendio, strutture e spazi dell’ente, a quanto sembra di capire, sono utilizzate per il ricovero di mezzi e cose di privati, etc…

A questo punto è interesse di tutti sapere per quale motivo, dal 1 luglio 2014, il parco di Randello si è trasformato quasi  in una succursale del noto Resort operante in zona.

Se la cosa è permessa nessuno mette in dubbio che possa anche essere lecita, ma ci sono dei passaggi che vanno chiariti.

A che pro un ente pubblico dovrebbe assecondare le mere esigenze economiche di un privato nella conduzione della propria attività produttiva? Qual’è il vantaggio che ne deriva per il bene comune e per la collettività?

Si deve inoltre immediatamente porre fine alla vera e propria discriminazione che si è venuta a creare, tra gli ospiti del Resort (ai quali è permesso di arrivare in bus navetta fino alla spiaggia) e la popolazione residente nel territorio (alla quale è permesso di varcare solo a piedi il cancello).

Vogliamo proprio capire, (a questo punto pretendiamo di saperlo), perchè i facoltosi ospiti del Donnafugata Resort godano di questo privilegio: perchè non devono accedere anche loro a piedi, come tutti i comuni mortali, nel pieno rispetto delle norme poste a tutela dell’area stessa? Ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B?

A che pro la Forestale permette tutto questo?

Basta discriminazioni, o entrano tutti o non entra nessuno, o tutti hanno pari diritti e privilegi o niente per nessuno.

C’è in gioco un bene comune: la politica non stia a guardare in silenzio, faccia la sua parte, si prenda le sue responsabilità.

Rivolgiamo ancora una volta un appello a tutti i consiglieri comunali, sindaci, amministratori, parlamentari regionali e nazionali, riconducibili al nostro territorio e sensibili al tema, affinché vigilino sull’intera vicenda e si facciano garanti dei diritti di tutti.

Non possiamo più aspettare, vogliamo risposte chiare, certe ed immediate, (prima che finisca la stagione estiva), su quello che sta accadendo a Randello.

 

 

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