PIO XII

Eugenio Pacelli è eletto papa il 2 marzo 1939, all’età di 61 anni, in un conclave durato meno di 24 ore, al terzo scrutinio.

E’ aristocratico, non solo per le origini, ma anche nel portamento e nei modi, molto colto, aperto a una vasta gamma di interessi culturali, poliglotta, con un’ altissima considerazione del proprio ruolo.

Da giovane aspirava ad una vita sacerdotale dedita all’impegno pastorale e agli studi di Teologia e di Diritto, ma nel 1901 viene chiamato dal Cardinale Gasparri ad intraprendere la carriera diplomatica nella curia di papa Leone XIII.

Notevole il suo ruolo durante il pontificato di Pio XI, prima come nunzio a Berlino e poi come segretario di Stato,

Appena eletto, si adopera con tutti mezzi  per impedire la guerra.

E’ del 24 Agosto 1939 il suo appello: “Nulla è perduto con la pace, tutto può essere perduto con la guerra”, ma i paesi belligeranti non accettano alcuna forma di mediazione.

Il  19   Luglio del 1943, il quartiere di San Lorenzo e il cimitero del Verano vengono orrendamente devastati da un bombardamento e moltissime sono le vittime.

Il Papa chiede di essere condotto in macchina con Mons. Montini nel quartiere distrutto, qui “si confuse tra i fedeli, rivolgendo loro parole di conforto.”

L’armistizio dell’8 Settembre rende ancora più difficile la situazione a Roma .

La città viene occupata dai Tedeschi il 10 Settembre 1943.

Gli alleati continuano a bombardarla senza risparmiare il Vaticano .

Se il re Vittorio Emanuele III fugge, il Papa non si allontana mai da Roma durante la guerra.

E’ ancora attualissima la questione del silenzio di Pio XII sulla Shoa, nata negli anni sessanta del secolo scorso in seguito alla pubblicazione del libro e alla rappresentazione  del dramma “Il Vicario” di Rolf Hochhuth, mentre nel dopoguerra viva era la gratitudine degli Ebrei verso il Papa che tanti di loro aveva fatto salvare.

In proposito sono estremamente chiare queste parole pronunciate da Bendetto XVI nella sinagoga di Roma:

Lo sterminio del popolo dell’Alleanza di Mosè, … raggiunse tragicamente anche Roma. Purtroppo molti rimasero indifferenti, ma molti, anche fra i cattolici italiani, .., reagirono con coraggio, aprendo le braccia per soccorrere gli Ebrei braccati e fuggiaschi, a rischio spesso della propria vita, e meritando una gratitudine perenne. Anche la Sede Apostolica  svolse un’azione di soccorso, spesso nascosta e discreta”. 

 

Un altro aspetto rilevante del pontificato di Pio XII è il suo coinvolgimento diretto nelle vicende politiche italiane del dopoguerra.. In vista delle elezioni dell’Assemblea Costituente e, nel 1948, del Parlamento, mobilita tutte le organizzazioni cattoliche  e sottolinea la necessità di preparare  la donna all’esercizio del voto.

Il fallimento della politica concordataria con i regimi nazista e fascista, la paura dell’Unione Sovietica che in quegli anni aveva esteso il suo dominio, di fatto, a tutta l’Europa Orientale, lo spingono a credere in un  partito di ispirazione cristiana formato da militanti e dirigenti provenienti dall’Azione Cattolica e dalla FUCI, nel collateralismo di tutte le associazioni ecclesiali e di ispirazione cristiana con la DC , nella necessità di scomunicare militanti ed elettori dei partiti filosovietici, nell’apertura verso i partiti moderati e la destra post-fascista, pur di battere i Comunisti.

Tutto ciò favorisce il successo democristiano nelle elezioni del 1948, ma alimenta nella sinistra marxista e radicale un violento anticlericalismo, l’avversione verso la sua persona e verso quella parte del clero che ne condivide la politica, e crea problemi allo stesso De Gasperi, a Montini,e a quei cattolici militanti che auspicano una maggiore libertà nelle scelte politiche e una netta presa di distanza dalla destra post- fascista.

Le sue encicliche mettono l’accento sulla dottrina del Corpo Mistico, sul rinnovamento delle celebrazioni liturgiche e degli studi biblici. Sollecita la trasformazione dei territori di missione in chiese, ciascuna con la propria gerarchia autonoma e raccomanda la valorizzazione delle culture regionali, rispondendo alle istanze di decolonizzazione e indipendenza delle giovani nazioni asiatiche e africane.

Rigoroso per quanto riguarda l’ortodossia e la tradizione, scoraggia i teologi più avanzati , non approva l’esperienza dei preti operai.

Nomina numerosi cardinali non italiani, Coltiva il progetto di un Concilio, ma, trascorsi gli anni della guerra e del dopoguerra, si ritiene  troppo vecchio per una simile impresa, auspicando che venga promossa dal suo successore.

E’ molto significativo il fatto che,  nei documenti conciliari sono presenti moltissime citazioni di brani tratti dalle sue encicliche, dalle sue lettere pastorali, dai suoi discorsi, dai suoi messaggi. E’ quindi molto semplicistico contrapporre Giovanni XXIII e il Concilio al Magistero di PioXII, dimenticando che Roncalli fu anche un difensore della tradizione e Pacelli fu anche un innovatore.

Pio XII muore a Castelgandolfo il 9 Ottobre 1958 all’età di 80 anni, dopo 19 anni di pontificato.

 

Laura Barone

 

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