“FORTI CON I DEBOLI, DEBOLI CON I FORTI”

“Leggiamo a mezzo stampa il Report sull’attività della polizia locale nel week end di ferragosto, dal quale si evince che in occasione delle festività i Vigili Urbani hanno svolto, oltre al lavoro di controllo del traffico veicolare, anche quello relativo alle attività commerciali abusive. Il personale della Polizia Locale, così si legge nel report, ha infatti effettuato un controllo serrato nella frazione rivierasca di Marina di Ragusa, volto alla repressione di ogni attività abusiva di commercio su area pubblica”.

Viene introdotta così la lettera del Comitato Randello Libera rivolta al Sindaco Piccitto in cui viene sottolineato il discutibile modus operandi dell’Amministrazione, riferendosi all’incresciosa questione che vede protagonista un noto Resort della zona e la costruzione di una struttura balneare sulla spiaggia di Randello.

“Pur congratulandoci con gli uomini della Polizia Locale e di tutte le Forze dell’Ordine per lo sforzo profuso e per i brillanti risultati raggiunti” – continua il Comitato Randello Libera – “non riusciamo proprio a capire perché tanta solerzia non sia stata usata anche per esercitare i dovuti controlli lungo l’arenile di Randello, dove, sin dal 1 luglio 2014, è attivo uno stabilimento balneare”.

“Speriamo di essere smentiti, non sappiamo con certezza se determinate verifiche siano realmente o meno avvenute, ma non vorremmo essere indotti a pensare che l’azione di controllo sia forte con i deboli e debole con i forti”.

“Ci permettiamo” – aggiunge il Comitato – “di ricordarle che in data 25 luglio 2014 è stata protocollata una segnalazione, inviata dall’Associazione Ambientalista Fare Verde, relativa alla possibile attività produttiva non autorizzata su Demanio marittimo e Forestale, (ricadente in territorio di Ragusa), da ascrivere ad un noto Resort operante in zona. Detto Resort, come Lei ben saprà, ha presentato al Comune di Ragusa, nel Dicembre 2013, un progetto per la realizzazione di una struttura balneare nella spiaggia di Randello. Da questa richiesta, è partita la pratica SUAP N.073/2013. Nell’art.7, comma 6, del DPR 160/2010 (Regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico per le attivita’ produttive), si dice espressamente che il provvedimento conclusivo del procedimento è, ad ogni effetto, titolo unico per la realizzazione dell’intervento e per lo svolgimento delle attività richieste”.

“L’iter autorizzativo della pratica SUAP 073/2013 si è mai concluso? Per quanto da noi potuto riscontrare, (ma La invitiamo sin da subito a far piena luce sulla vicenda e rettificare se necessario i dati della nostra analisi), non risulta che l’iter autorizzativo coordinato, relativo alla pratica SUAP 073/2013, abbia portato all’emissione di un provvedimento conclusivo, così come previsto dall’art.7 del D.P.R 160/2010. Né abbiamo riscontrato, dalla documentazione in nostro possesso, un parere espresso in qualsivoglia modo dall’Asp”.

“Il Comitato Randello Libera in questi due mesi non ha fatto altro che porre domande e raccogliere pazientemente le carte. Nessuno si è mai degnato di darci delle risposte concrete. Prima non avevamo le carte in mano e quindi non potevamo fare altro che aspettare. Adesso che quelle carte, non solo le abbiamo raccolte, ma le abbiamo anche studiate, pretendiamo, insieme alle centinaia di cittadini che in questi mesi hanno firmato la petizione a sostegno e salvaguardia dell’integrità di Randello, di sapere realmente come stanno le cose”.

“Dall’analisi degli incartamenti a nostra disposizione” – continua il Comitato – “abbiamo riscontrato tutta una serie di presunte anomalie. Nei prossimi giorni, a puntate, usciranno tutte i particolari dell’intricata vicenda. Il dossier sarà a piena disposizione della cittadinanza, che pretende di sapere la verità sullo scempio che si sta perpetrando in una delle più belle e suggestive spiagge del territorio. La strategia di chi vuole stuprare Randello e realizzare la struttura balneare in spiaggia appare ormai evidente a tutti: aspettare che finisca l’estate, che si spengano i riflettori sull’intera vicenda, per poi, durante l’inverno, sistemare con calma le cose e presentarsi all’avvio della prossima stagione estiva con tutte le carte in regola per dar vita alla struttura balneare. Smascherato il trucchetto, adesso non abbiamo tempo per aspettare all’infinito le risposte che chiediamo, invano, da mesi. I ragusani hanno il diritto di sapere come stanno le cose, non solo in relazione alle azioni e alla volontà politica dell’amministrazione comunale, ma anche, di riflesso, in relazione all’agire e all’operato di altri enti pubblici (Forestale, Soprintendenza e Demanio marittimo in primis). Risposte che l’autorevolezza e le responsabilità del suo ruolo, caro Sindaco, la obbligano a ricercare con determinazione e senza tentennamento alcuno”.

“Le chiediamo pertanto, per l’ennesima volta” – conclude il Comitato Randello Libera – “di verificare se l’attività abbia tutte le autorizzazioni amministrative necessarie o sia anch’essa abusiva. Bisogna avere il coraggio, quando c’è in gioco la tutela e la salvaguardia di un bene comune come Randello, nel pieno esercizio della legalità, di esser eventualmente forti anche con i forti. Noi del Comitato, noi gente comune, nel difendere l’integrità della spiaggia, non abbiamo nessuna paura di una multinazionale del turismo, La esortiamo a non averne nemmeno Lei e far piena luce sulla vicenda. Non c’è più tempo da perdere, non possiamo più aspettare”.

 

 

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