LINA FRASCA

 

La vicenda terrena di Lina Frasca, nata a Modica il 22 Gennaio 1904  era destinata a concludersi il 25 Agosto 1939, pochi giorni prima che si scatenasse  il cataclisma della seconda guerra mondiale, ma in soli 35 anni di vita questa donna esile e apparentemente fragile, ha lasciato un segno, un ricordo indelebile in chi ha avuto la fortuna di incontrarla come preparatissima docente di Materie Letterarie e Filosofiche o come militante dell’Azione Cattolica, di cui fu stimata dirigente nazionale.

Di Lei ho sentito parlare sin dalla mia infanzia perché mia madre, Giovanna La Cognata, è stata sua allieva negli  anni in cui Lina Frasca  insegnava Letteratura Italiana e Filosofia nell’Istituto Magistrale di Modica e più di vent’anni fa una sua testimonianza è stata pubblicata dal periodico “Insieme”, in occasione dell’uscita della seconda edizione del Diario Spirituale con il titolo “Come un vaso d’alabastro”

Lina Frasca era capace di coniugare senza scrupoli bigotti la santità di vita con la massima apertura verso la cultura, e, soprattutto era decisa a non sacrificare la sua vocazione all’insegnamento (” sono nata ad essere maestra” affermava) agli impegni onerosi di dirigente nazionale dell’Azione Cattolica.

Ecco perché come scrive Don Mario Pavone nella prefazione a “Come un vaso d’alabastro” “rivisitata anche alla luce del Concilio, la figura di Lina Frasca ci apparirà certamente in tutta la ricchezza del suo significato umano e cristiano. A noi resta l’imperativo morale di far sì che questo suggestivo messaggio non vada dimenticato

anche se, come mi ha detto alcuni fa il compianto Padre Virgilio Frasca S.J. , fratello di Lina, nessuno mai si muoverà per una causa di beatificazione!

Primogenita di una numerosa famiglia, Carmelina Frasca , sin dalla fanciullezza, si distingue per la bontà e l’amore per lo studio.

All’età di diciotto anni consegue con risultati brillanti la maturità classica e decide di consacrarsi a Dio.

Le si offre la preziosa occasione di frequentare l’università a Roma. Questo le consentirà di approfondire la disciplina che amerà sempre più di ogni altra, la Storia dell’Arte.

Laureatasi in Lettere  a 23 anni traccia nel suo diario un “Decalogo della Laurea” che è fondamentale per accostarsi alla sua spiritualità:

 

1. Ricordati: la laurea, prima che passaporto per la vita, è titolo che definisce la tua missione e ti prescrive superiorità e responsabilità.

2. Ogni lavoro intellettuale è sforzo per la Verità e per la Carità.

3. Ogni cattedra partecipa della Maternità e del Sacerdozio.

4. Sii umile di cuore per capire la Verità.

5. Sii puro di cuore per diffonderla.

6. Prega per il tuo lavoro, se vuoi che edifichi.

7. Ama il tuo lavoro se vuoi che conforti te e gli altri.

8. Nello studio cerca l’Eterno come quando preghi.

9. Nella preghiera cerca la Sapienza come quando studi.

10.  Nell’azione e nella dedizione imita Gesù, Verità e Vita.

 

Ben presto a Modica gli studenti del Ginnasio e del Liceo hanno modo di apprezzarne l’affascinante personalità e la preparazione che contempera i pregi della versatilità con quelli della profondità.

Gli alunni esprimono la loro stima con l’essenzialità che li contraddistingue. “Con la Professoressa Frasca non si scherza!”

Nell’anno scolastico 1932-33 la troviamo a Roma, al “Nazareno” delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nella qualità di postulante.

Le affidano una seconda magistrale inferiore La fatica è tanta, ma le gratificazioni testimoniate dalle sue lettere sono notevoli.

La Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice per la sua specifica missione educativa, sembra coincidere con la vocazione di Lina, ma molte difficoltà si frappongono, non ultima quella di  accettare la dura disciplina che la vita comunitaria impone.

Nel Giugno del 1933 “per un complesso di circostanze permesse dal Signore”, torna a Modica, sta male per un esaurimento nervoso.

Pare che la famiglia abbia bisogno del suo appoggio e non solo in senso morale .

A Modica, infatti ,oltre a riprendere l’insegnamento nelle scuole pubbliche, che non ama, si impegna molto nelle lezioni private.

Il suo travaglio non le impedisce di dare il massimo ai suoi allievi e di farsi apprezzare per le doti umane, come dimostra la testimonianza di mia madre,  che risale proprio a quell’anno.

Era l’anno scolastico 1933-34 e io frequentavo la prima classe dell’Istituto Magistrale di Modica.

Il nostro professore di Italiano e Storia  si ammalò e fu sostituito dalla Professoressa Frasca .

La prima volta che lei entrò nella nostra aula fu una rivelazione; era esile, dignitosa, seria. Noi alunni eravamo tutti all’impiedi,  lei salì in cattedra, diede uno sguardo in giro e, dopo qualche minuto, durante il quale sicuramente recitò una breve preghiera, con un cenno della mano ci fece capire che potevamo sedere, quindi si mise a scrivere sul registro. Nessuno di noi osò muoversi, un silenzio perfetto aleggiava nell’aula, lei scese dalla cattedra e si avvicinò al primo banco della fila di centro, ci fece prendere la Divina Commedia e cominciò a leggere e a spiegare…quando suonò la campanella per avvertire che per quel giorno lei aveva finito il suo compito nella nostra classe, un senso di disappunto invase i nostri visi perché avremmo voluto che lei stesse ancora con noi. Fu così per tutto l’anno  scolastico.”

I giovani sono incantati dal suo carisma, nonostante la sua austerità, e lei ritrova nell’insegnamento quelle gratificazioni , quegli entusiasmi che pensava di non dover più sentire

 

Ho parlato stamani per tre ore senza stancarmi con un certo entusiasmo, con un vivo slancio. Quali meravigliose riserve ha la mia anima! Sento di rimettermi in uno stato di perfetto equilibrio, sento di essere disposta ad accettare gioiosamente la volontà del mio Signore.

…..Vuoi Tu che io comprima anche i miei entusiasmi? Che cosa vuoi, Signore?”

Le testimonianze concordano nel rilevare che con gli allievi non aveva mai problemi disciplinari.

“Non rimproverava mai nessuno, né per la condotta né per il profitto perché tutti, dico tutti, la seguivamo con entusiasmo e pendevamo dalle sue labbra, qualunque fosse l’argomento da lei trattato.

C’era un nostro compagno di scuola (ragazzo intelligente e con la sufficienza in tutte le materie, ma piuttosto insofferente nei confronti della disciplina ) il quale specialmente in determinate ore, disturbava lo svolgimento delle lezioni a tal punto che i professori, esasperati si riunirono in consiglio per stabilire come poterlo castigare e vennero nella determinazione di rimandarlo a Settembre in tutte le materie con il sette in condotta (allora si poteva fare).

La Professoressa Frasca cascò dalle nuvole e disse che durante le sue lezioni era attentissimo , nelle interrogazioni era preparato e non le aveva mai dato il minimo fastidio .

Era la verità: anche quel rompicollo subiva il fascino di quell’anima santa.”

 All’impegno scolastico affianca sempre il lavoro nell’Azione Cattolica, l’apostolato e la visita agli ammalati a domicilio.

Nell’Ottobre del 1934 inizia il suo secondo anno scolastico a Modica. Scrive al fratello:

 “Io quest’anno sono stata invitata ad insegnare Filosofia e Pedagogia all’Istituto Magistrale: sono contenta in tal modo di poter avvicinare tante anime che mi seguono con particolare interesse e devozione. E’ pur sempre la vigna di Dio ,in tutti i settori ,anche quelli che sembrano più lontani dal nostro desiderio, perché conformi alla volontà del Signore…”  

Commenta così le sue parole un’allieva che aveva già avuto modo di apprezzarla come ottima docente di Letteratura Italiana.

Come aveva saputo interpretare bene i sentimenti dei suoi giovani allievi nei propri riguardi! Quell’anno dovette faticare molto perchè le toccò riprendere nella nostra classe i programmi  dei due anni precedenti che non erano stati svolti, prima di poter affrontare il programma del terzo anno.”

Nel Settembre del 1936 si apre una nuova pagina nella vita di Lina.

Si trasferisce a Roma per lavorare al Centro Nazionale dell’Unione Donne di Azione Cattolica e insegna al Liceo parificato  Caterina Volpicelli delle Ancelle del S. Cuore.

Con le suore si crea un ottimo rapporto.

Scrive ad un’amica:

”….ho trovato l’ambiente che fa per me, tratti gentilissimi, molta carità, molta semplicità.”,

e al suo primo direttore spirituale:

Mi sono decisa a lavorare al Centro di Azione Cattolica  qui a Roma dove mi trovo benissimo….Faccio qua solo 18 ore di insegnamento settimanale, il resto della giornata lo dedico all’Azione Cattolica completamente.

Ho avuto la fortuna d’incontrare un Padre molto santo e molto illuminato nella direzione delle anime.

Sono in città per modo di dire, perché la mia vita è più raccolta di quella di Modica senza dubbio. Non so, tanto più mi trovo a contatto con le persone tanto più mi sento sola.  Sola con Lui che diventa sempre più la mia vita , il mio respiro, la mia gioia.”

 

Lavora intensamente  ,scrive articoli, opuscoli, organizza, convegni,  corsi, spesso con fatica sia per la sua salute cagionevole sia perché non è un lavoro che rientri nelle sue specifiche competenze e inclinazioni.

Nel 1938 ha la grande gioia di partecipare all’udienza pontificia concessa da Pio XI ai fanciulli vincitori del concorso nazionale di cultura religiosa e di potersi intrattenere qualche minuto a parlare col Papa che, come lei ,sarebbe vissuto appena un altro anno.

Come mi sentivo piccola e come scoppiava il mio cuore” dirà pochi giorni dopo al fratello.

La sua carica comporta anche continui spostamenti da un estremo all’altro della penisola.

Così sarà nel corso degli anni 1937 e ‘38. Così sarà anche nel 1939, finchè potrà…

Nei primi di Agosto del 1939 Lina è nella sua casa di campagna. Comincia a soffrire di insufficienze cardiache, febbri reumatiche, disturbi generali.

Tra le sue ultime parole.:” Com’è doloroso, mio Dio, trascinarsi dietro il peso miserevole di questo corpo, mentre lo spirito è pronto”

Anni prima aveva scritto:

 “.Come deve essere bello morire ,spezzare il fragile vaso di pietra e lasciare all’anima il respiro che la dilata all’infinito.”

 

La notte del 24 Agosto un attacco di embolia la fa entrare in uno stato di assopimento.

All’alba del 25 Agosto la sua anima vola in Cielo.

Il Cardinale Arcadio Larraona, suo direttore spirituale negli anni trascorsi a Roma, in occasione del 25° anniversario, definisce così la morte di Lina:

“Dolce e infuocato tramonto che sembrava ed era aurora ,aurora divina e senza tramonto”

 

Laura Barone

 

 

 

 

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