IL DISEGNO VERGOGNOSO DI UN PRESIDENTE FAZIOSO E PROVOCATORIO

Si vede che è più forte di lui. La vocazione a cacciare fuori dall’Aula i Consiglieri comunali, a denunciare e  a trascinare in tribunale chi si batte, in Consiglio, per il rispetto della legalità umiliata e vilipesa da un ceto politico che si dimostra ogni giorno di più arrogante e prevaricante, soprattutto con i più deboli,  a esternare contro il Consiglio comunale  per chiudere la bocca ai Consiglieri comunali, è più forte di ogni altra considerazione di rispetto per la Democrazia. Ci troviamo di fronte a un gerarchetto di paese, che vuole togliersi dalle scarpe qualche indigerito boccone amaro patito sotto il regime dell’odiato Pci, un untuoso peripatetico di sacrestia che esibisce tutto il fariseismo istituzionale di cui è impregnato, che continua a cercare pubblicità con  infelici sortite

Parlo di Di Falco, che vorrebbe sopprimere l’art. 40 del Regolamento del Consiglio, uno degli  articoli più aperti alle dinamiche della vita istituzionale, che dà senso e garanzia alla funzione alta del Consiglio Comunale rispetto al suo ruolo di rappresentanza civica. Senza l’art. 40, il Consiglio comunale diventerebbe solo un Organo di ratifica delle malsane scelte di una amministrazione cialtrona e incompetente. Per chi volesse saperlo, Di Falco è un Presidente che firma “Opposizioni di fronte al Tar” alle decisioni assunte dalla Maggioranza dei Consiglieri comunali  in materia urbanistica, che non esita cioè a trascinare il Consiglio comunale in un contenzioso giudiziario , facendosi parte di un gruppo d’assalto pericoloso che agita all’interno della Città le discutibili scelte edificatorie conseguenti a 9 anni di immobilismo e di omissioni.

A Vittoria siamo arrivati al punto che un presidente del Consiglio comunale impugni una decisione assunta a larghissima maggioranza e poi si presenti per presiedere ancora il Consiglio. Tra l’altro avrebbe dovuto dare comunicazione  della procedura oppositiva notificata al Consiglio comunale, cosa che non ha fatto. In Consiglio comunale, nelle Commissioni consiliari questo ceto amministrativo si comporta in maniera irresponsabile. Definirli antidemocratici è poco: sono irresponsabili, strafottenti, senza alcuna intenzione di rispetto istituzionale per l’Assemblea elettiva. In Consiglio comunale le proposte pilotate rischiano di non passare più, nonostante i ricatti e la politica dello scambio, praticata oscenamente sotto gli occhi di tutti. E visibili e clamorosi emergono ( ma sono negati…tanto…)  i conflitti di interesse, a partire dal Prg e dalle Cooperative di Servizi; la strumentalizzazione del bisogno di lavoro che attraversa molte famiglie, anche di Consiglieri comunali, è una pratica quotidiana esibita con ostinazione e arroganza. Ora questo Presidente che  parla e discute contro il Consiglio comunale, visto che è minoritario e sfiduciato, farebbe bene a dimettersi, a lasciare la presidenza che non sa esercitare con l’autorevolezza necessaria e a cui  vorrebbe  chiudere la bocca.

Levici manu, ca nun è cosa pi tia!

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it