LA COMMISSIONE EUROPEA NON CI TUTELA SUL MUOS

Sulla questione MUOS la Commissione Europea si astiene dal dare alcun giudizio asserendo che sia compito degli Stati membri prendere decisioni “nel settore della protezione del pubblico dai potenziali effetti dei campi elettromagnetici”.

Nell’agosto del 2012, in qualità di cittadina siciliana e attivista No MUOS, ho interpellato la Commissione Europea affinché intervenisse sulla questione tutelando il diritto alla salute di un popolo, considerato che la Regione Sicilia e lo Stato Italiano avevano fatto l’opposto, avvallando e autorizzando il progetto di un impianto militare che avrebbe seminato morte e malattie su esseri umani e ambiente.

Nel giugno del 2013 mi arrivò la prima risposta in essa, così come da me rilevato, si attestava che la Sughereta (sede di ubicazione del MUOS) è un’area protetta nella quale quindi non è possibile in linea torica costruire strutture murarie o di altro tipo, ma che tuttavia se vi era in atto la costruzione dell’impianto MUOS era da supporre che l’Italia avesse concesso le autorizzazioni necessarie a tale costruzione perché ritenuto “che non vi sarebbero stati importanti effetti negativi”.

Replicai che, come già nella prima richiesta anche in questa, chiedevo che si intervenisse per disinstallare l’impianto e impedire i danni che esso avrebbe causato su esseri umani e ambiente, come prevedevano le numerose relazioni scientifiche, tra cui quelle del Politecnico di Torino. Chiedevo quindi che la Commissione si adoperasse per approfondire la questione e, dopo aver appurato la potenziale pericolosità dell’impianto, intervenisse a tutela dei cittadini siciliani.

            A distanza di un anno ho ricevuto la seconda risposta. Anche in questa seconda occasione, la Commissione Europea con fare diplomatico se ne lava le mani. Nella risposta si asserisce che è compito dell’Italia controllare affinché l’emissione di onde elettromagnetiche non raggiunga livelli di pericolosità.

Non è affatto vero che non è compito della Commissione Europea intervenire in un caso di questo tipo, l’Europa ha il compito di supervisionare l’operato degli Stati membri (soprattutto dietro segnalazione di un cittadino, come mi fu suggerito, quando mandai la petizione, dal Vice presidente della Commissione Europea di allora), la verità è che, prospettandosi il rischio di fronteggiare la potenza americana, con cinica indifferenza, ha preferito far finta di non sapere e che non sia compito suo intervenire. Anche se giuridicamente la risposta della Commissione Europea è corretta oltre a dire quanto detto, avrebbe dovuto aggiungere dell’altro, ovvero fornire altre valide strade da percorrere, ad esempio indicare l’organo competente e il tipo di censura da sottoporre.

 

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