GIUSEPPE COLOMBO VISTO DA…

Nato a Modica nel 1971, Giuseppe Colombo asseconda la sua vocazione artistica con studi specifici, L’Istituto d’Arte di Comiso, L’istituto d’Arte di Urbino, dove sceglie i corsi d’incisione, L’Accademia di Belle Arti di Roma.

Dalla capitale rientra in Sicilia, dove fissa il suo studio, e dove di notevole importanza e l’incontro col nucleo storico del Gruppo di Scicli, nelle cui file entra a far parte, concorrendo col Gruppo alla promozione culturale iblea e condividendone prestigiose occasioni espositive, italiane e internazionali. Nel 1999 realizza, in collaborazione con Guccione, Roccasalva e Sarnari, il Tondoper il Teatro Garibaldi di Modica. Tra le innumerevoli mostre vanno citate: “Gruppo di Scicli”, presso Palazzo Sarcinelli, a Conegliano (Treviso), curata da Marco Goldin, del 2001. “La Luce infinita!”, “Per amore”, “Quindici anni di scelte” a Palazzo Sarcinelli, entrambe realizzate a Conegliano nel 2002 da Marco Goldin, che cura pure le successive due personali dell’artista. Nel 2003, “Colombo. Opere 1999-2003”. E nel 2005 “Colombo. Nature morte e ritratti” Vicenza, Artefiera. Nel 2003 “L’olio San Giorgio, Notturno”, entra nella collezione permanente del Senato della Repubblica, che ha dedicato una sala di Palazzo Madama alle opere del Gruppo di Scicli. Del 2004 è la collettiva “Sette artisti del Gruppo di Scicli” per il Senato, ospitata dai Musei di San Salvatore in Lauro, a Roma, e dalla Galleria d’Arte Moderna “Le Ciminiere” di Catania, mentre nel 2005 Colombo partecipa all’esposizione “Tra Oriente e Occidente” presso la Galleria 61 di Palermo. Nel 2007 è tra gli artisti del “Viaggio in Sicilia 3. Uomini e luoghi”, dei Planeta, a Santa Maria dello Spasimo (Palermo), e nell’antologia dellaFigurazione contemporanea a Milano. Col Gruppo di Scicli e nel 2009 a Palazzo dei Duchi di Santo Stefano di Taormina, mentre nel 2010 la Forni di Bologna realizza una nuova personale per l’artista. Nel 2010 realizza il manifesto per la manifestazione “Notti al Castello” a Donnafugata – Ragusa. Nel giugno del 2011 viene invitato a Helsinki, per una esposizione alla quale collabora l’lstituto Italiano di Cultura. Presso il Verla Mill Museum; in questa occasione l’artista realizza una raffinata litografia. Nello stesso anno viene invitato da Vittorio Sgarbi alla 54″ Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia, e nel settembre del 2012 partecipa a “Gruppo di Scicli. Contemporary Painters and Sculptors From Southern Sicily”, Bernarducci-Meisel Gallery, a New York. Nel 2012 partecipa alla mostra “Visioni dall’arte contemporanea” al complesso dei Dioscuri al Quirinale (Roma), al Museo Archeologico Nazionale di Buccino (SA) e al Castello di Donnafugata (RG) insieme a Piero Guccione, Ennio Calabria, Aldo Turchiaro, Turi Sottile, Pino Reggiani, Arturo Barbante, Arturo Di Modica, Silvano Braido, Sergio Cimbali, Lillo Messina ed altri. Sempre nel 2012 e poi nel 2013 collabora con Stefano Malatesta. Curatore di due sillogi di Racconti (editi da Neri Pozza), “Viaggio in treno con suspense” e “Quel treno per Baghdad”, Colomborealizza una serie preziosa di disegni. Confezionati con la ben nota finezza calligrafica che lo contraddistingue; la pubblicazione dei volumi e accompagnata da due mostre a Roma, presso lo Spazio Ducrot

“… sono un sughero gettato nell’acqua che si lascia trasportare dalla corrente. Mi consegno alla pittura senza chiedermi cosa sia”. Così si esprimeva il vecchio Renoir quasi al termine della sua vita di grande pittore. Meno che mai, oggi, viene da chiedersi cosa essa sia. Esiste però un DNA della “Pittura” ostinato e invincibile, si direbbe, che continua a tramandarsi da una generazione all’altra. Già nei dintorni, o solo nell’ambito della Sicilia orientale, fra giovani e giovanissimi si possono contare numerosi e sicuri talenti; Giuseppe Colombo è certamente uno di questi che ora arriva alla ribalta con i suoi pochi, piccoli ma gioiosi quadri: gioiosi non perché allegri, ma perché ci danno gioia rivelandoci ancora una volta l’inconfondibile, felice presenza del “mistero della pittura”. Se nella sostanza dunque concordiamo interamente con le parole di Renoir, sappiamo però cosa essa può essere. Sappiamo intanto che è un bellissimo dono – come nel caso del giovane Colombo – ma è anche l’affermazione, forse infinita seppure minoritaria, della grazia e dell’intelligenza contro l’intolleranza ideologica delle nuove tecnologie (televisive) che dominano il nostro infelice e volgarissimo tempo presente (Piero Guccione, 1999).

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