QUANDO LA MANO SI ADDORMENTA

 

 E’ capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di provare la sensazione di avere la mano ‘addormentata’. Una sensazione molto sgradevole, di impossibilità di movimento, quasi che quella parte del corpo non ci appartenesse. Le cause del disturbo possono essere molteplici. Dalla banale compressione dovuta ad una mal posizione durante il sonno a lesioni cerebrali, passando per compressioni locali sui nervi. Premetto che non ci occuperemo delle lesioni cerebrali, che saranno oggetto di un’altra puntata di questa rubrica. Focalizzeremo l’attenzione sulle cause periferiche, cioè legate alla compressione del nervo a livello del braccio eo della mano, di questo fastidioso disturbo. Molto schematicamente la mano compie tutti i suoi atti e ci permette di percepire il tatto e le altre sensazioni tipo dolore, temperatura attraverso tre nervi: mediano; radiale ed ulnare. Ognuno di essi si occupa di una parte della mano e può essere oggetto di compressione. Partiamo dal nervo radiale. La manifestazione più frequente di compressione di questo nervo a livello dell’avambraccio determina una paralisi totale del sollevamento della mano con caratteristica ‘mano cadente’. I francesi, romantici nelle loro definizioni, l’hanno definita “paralysie des amoreux”, immaginando che fosse determinata dalla compressione dovuta alla permanenza della testa della donna sul braccio dell’uomo durante il sonno. Purtroppo il disturbo capita anche a chi dorme solo, basta che abbia per esempio la cattiva abitudine di porre il braccio sotto il cuscino e dormirci sopra. Si tratta in ogni caso di un fenomeno temporaneo, fastidioso, ma per fortuna non frequente. Molto più frequente la compressione del nervo mediano al polso che configura la notissima sindrome del tunnel carpale. Caratteristicamente si addormentano le prime tre dita della mano ed il fastidio diventa tanto invalidante da rendere impossibile il mantenimento del sonno. Chi ne è affetto passa le notti a cercare di lenire il fastidio. Con l’avanzare della compressione all’addormentamento si aggiunge il dolore e successivamente anche l’impotenza funzionale, cioè la difficoltà fino all’impossibilità ad eseguire movimenti fini con la mano. Il disturbo colpisce molto più frequentemente le donne e sembra avere molteplici fattori scatenanti dallo stress della mano legato a lavori specifici fino a fattori ormonali. Fondamentale per la diagnosi l’esame elettroneurografico che evidenzia la sofferenza del nervo e successivamente la valutazione ortopedica per le terapie del caso. In ultimo il nervo ulnare. Può essere compresso a due livelli: il gomito ed il polso. Nel primo caso, più frequente, la sindrome che ne deriva si chiama “sindrome del canale cubitale” e determina una fastidiosa sensazione di scossa elettrica che dal gomito si propaga alla mano oltre ad un deficit della forza e della sensibilità alle ultime due dita della mano. Ad un a compressione, anche se di più lieve entità, dello stesso nervo è legata un fastidio che tutti conosciamo come “dolore della suocera”. Si manifesta quando si sbatte il gomito ed è dovuto al fatto che il nervo scorre superficialmente a questo livello. Meno frequente la compressione a livello del polso determina deficit motorio sempre alle ultime due dita ma anche un deficit della sensibilità a livello dello spazio tra I  e II dito. Nella genesi della compressione del n. ulnare un ruolo fondamentale è svolto dalle mal posizioni. Ad esempio l’uso smodato e non corretto del mouse, così come un non corretto appoggio del gomito durante le prolungate ore di lavoro al terminale sono tra le cause principali della compressione di questo nervo. In entrambe i casi l’esame elettroneurografico permette di localizzare la compressione e dare all’ortopedico indicazioni esatte sul livello sul quale intervenire per risolvere la problematica. Nervi diversi, sintomi diversi. Fondamentale la corretta diagnosi per proporre la soluzione più idonea.

 

 

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